SHAKESPEARE / POEMETTI
Date / Time
11/11/2016 / 21:00 - 23:55
Location
Superbudda - Via Valprato, 68 Torino
È un progetto speciale dedicato a Shakespeare e ai poemetti Venere e Adone e Lo stupro di Lucrezia quello che prende il via l’8 novembre alle ore 18.30 al Circolo dei Lettori di Torino, con la presentazione del cofanetto SHAKESPEARE / POEMETTI dedicato alle versioni sonore che Valter Malosti ha dato dei due poemetti shakespeariani. All’incontro partecipano, oltre a Malosti e al sound designer Gup Alcaro, lo scrittore, docente e poeta napoletano Gabriele Frasca e l’editore Luca Sossella.
I due poemetti saranno presentati, in forma di concerto, venerdì 11 e sabato 12 novembre, al Superbudda, a Torino.
I lavori, versioni disidratate degli spettacoli che hanno fruttato al regista premi e segnalazioni, vengono presentati in una forma completamente nuova, ripensati e reinventati per un ascolto immersivo da Gup Alcaro e dallo stesso Malosti.
Un approccio che attraverso uno studio emozionale e innovativo dell’esperienza sonora restituisce emozioni in grado di far ‘respirare’ la densità musicale dei testi.
In entrambi i poemetti Shakespeare dispiega la sua lingua potentissima facendoci precipitare in VENERE E ADONE in una vertigine di declinazioni e contraddizioni sul tema “amore”, presentando una Venere che è una ironica dea/macchina, dea ex machina ma anche sex machine, macchina barocca che tritura suoni e sputa parole. Una macchina di baci, una macchina schizofrenica di travestimento, una macchina di morte per l’oggetto del suo amore: Adone.
Ne LO STUPRO DI LUCREZIA Shakespeare ci conduce in un abisso di orrore e bellezza senza mai concederci sospensioni liberatorie. La storia di come Tarquinio stupri Lucrezia, invasato di lei dopo le lodi del marito Collatino all’interno di una bizzarra gara tra generali, e di come il suicidio della vittima spinga il popolo romano a ribellarsi e a liberarsi dal giogo della tirannia monarchica era stata succintamente narrata da Tito Livio e Ovidio e poi da Chaucer.
In Shakespeare la voce della protagonista si dilata e diviene uno dei più alti esempi di meditazione sulle conseguenze dello stupro visto dalla parte di una donna.
I due poemetti sono le uniche opere di Shakespeare di cui l’autore abbia curato la stampa personalmente, cosa mai accaduta né con le sue opere teatrali né con i Sonetti, e si possono dunque considerare come gli unici e certi originali di quell’autore chiamato William Shakespeare. In concomitanza con le celebrazioni dei quattrocento anni dalla morte avvenuta nel 1616, i due poemetti vengono presentati in modo complementare per dar modo agli spettatori di ascoltare l’intero pannello poetico creato da Shakespeare tra il 1593 e il 1594. I due poemetti sembrano infatti formare una specie di dittico simmetricamente contrappuntato, in cui la seconda tavola rovescia la prima: dallo sfondo giorgionesco del primo affondato nella natura col contorno di cani, cavalli e cinghiali, si passa ad un tragico notturno, immerso in una livida oscurità caravaggesca squarciata dalla luce di una torcia.